lunedì 18 maggio 2015

Terapia con farmaci cannabinoidi: appello ai candidati alle elezioni regionali

Non posso non rispondere positivamente all'appello a favore della cannabis terapeutica sottoscritto da medici, ricercatori e associazioni che si battono per la libertà di cura. L'accesso ai farmaci dovrebbe essere considerato un diritto fondamentale di chiunque, eppure ancora una volta la follia ideologica e antiscientifica ha portato la nostra regione a impedire l'accesso gratuito ai farmaci cannabinoidi alla maggior parte dei malati che potrebbero trarne benefici. Ancora una volta, chi può pagare vede riconosciute le proprie libertà e tutti gli altri vedono negati i loro diritti. Chiunque abbia a cuore le libertà, i diritti e la dignità delle persone, non può non prendere l'impegno di battersi per garantire l'accesso ai farmaci a chiunque ne abbia bisogno.


Terapia con farmaci cannabinoidi: appello ai candidati alle elezioni regionali

L’efficacia terapeutica dei principi attivi della cannabis, detti cannabinoidi, in svariate patologie è oramai dimostrata da una vasta letteratura scientifica e da varie esperienze italiane e internazionali. Essi trovano un potenziale campo di applicazione nella sindrome da deperimento nell'AIDS, nel trattamento di nausea e vomito in corso di chemioterapia per neoplasie, in alcune forme di dolore cronico, nella fibromialgia, nella cefalea, nell’epilessia farmaco-resistente ed in altro ancora. Inoltre vi è sempre maggior evidenza di come i cannabinoidi possano aumentare l’azione analgesica degli oppioidi, permettendo quindi di ridurre il dosaggio (e i conseguenti effetti collaterali) degli oppioidi stessi nei pazienti con dolore cronico.
Si tratta di farmaci maneggevoli, avendo scarsi effetti collaterali e non essendo gravati da rischio di overdose.

Sulla base degli studi esistenti le regioni Toscana e Puglia hanno introdotto, per prime in Italia, la rimborsabilità dei derivati dalla Cannabis: quelle leggi regionali e le successive delibere attuative non specificano né le patologie né la specializzazione del medico che prescrive. Successivamente anche il medico di famiglia può continuare la prescrizione.
La regione Veneto, nell’ottobre 2012, è stata la seconda a dotarsi di una legge (n. 38 del 28 settembre 2012) sull’uso dei derivati della cannabis; legge votata all’unanimità e presentata con grande clamore, ma, purtroppo, rimasta lettera morta fino a quando una “commissione tecnica” la cui composizione resta non meglio precisata ha stabilito le modalità attuative, subito recepite dalla Regione con la delibera n. 2526 del 23 dicembre 2014, senza sentire le società scientifiche che si occupano di queste malattie e senza consultare le associazioni di medici e pazienti che della legge si erano fatte promotrici. La legge veneta prevede la rimborsabilità esclusivamente per gli spasmi da lesione del midollo e solo dopo aver provato tutti gli altri possibili farmaci e solo su prescrizione di specialisti neurologi identificati.
E’ evidente che le decisioni di tale commissione tecnica non sono state prese tenendo in considerazione gli studi e le metanalisi prodotte dalla letteratura scientifica e che quindi la scelta fatta si è basata solo sul timore di un uso indiscriminato dei cannabinoidi (come succede per gli antiinfiammatori e per gli oppiodi). Il regolamento riduce l’accesso alla terapia a poche decine di pazienti (solo 30 all’anno in base alla delibera), mentre viene negato ai tanti pazienti affetti dalle patologie che possono potenzialmente rispondere ai cannabinoidi. Il costo dei farmaci, nei casi non rimborsabili, è così elevato da costringere i pazienti a rivolgersi al mercato nero o all’autocoltivazione, con tutti i rischi, legali e non, a ciò connessi.
La conseguente disparità di trattamento tra i malati veneti e tra i malati in altre Regioni crea di fatto malati e regioni di I e II classe.
Nella delibera si trovano altri paradossi, come l’obbligo di utilizzare i cannabinoidi “in associazione ai miorilassanti” proprio nei casi in cui questi ultimi siano risultati inefficaci e l’obbligo per il medico prescrittore di inviare alla regione (per monitorare, legittimamente, l’uso di questi farmaci) moduli compilati con i dati dei pazienti, in contrasto con la legge.
Per far fronte a tali problemi, il Consiglio regionale ha approvato il 10 aprile scorso un ordine del giorno, anche questo adottato senza voti contrari, che impegna la Giunta regionale a revocare con effetto immediato la deliberazione n. 2526.

Con questa lettera chiediamo a Lei, in quanto candidato alle prossime elezioni del Consiglio Regionale del Veneto, di attivarsi per una urgente e radicale revisione della delibera in oggetto, e l’impegno affinchè la legge possa essere finalmente applicata nel pieno rispetto del diritto alla salute dei citttadini residenti in Veneto.
Chiediamo inoltre una presa di posizione affinché sia scongiurata la ventilata ipotesi di chiusura del Centro di Ricerche in Agricoltura CRA CIN di Rovigo, un’eccellenza veneta e italiana, dove le linee italiane di cannabis, che vengono poi girate all’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, sono state sviluppate, studiate e coltivate. La sua chiusura non solo sarebbe economicamente controproducente, manderebbe in fumo preziose risorse e conoscenze, ma taglierebbe alla radice la possibilità di produzione di cannabis medica in Italia, che tornerebbe a dipendere dall’estero, con ulteriore danno economico.


Sottoscrivono il presente documento:
  1. Associazione per la Cannabis Terapeutica (ACT), sede legale: studio Campanelli/Averni via Dardanelli 37, 00195 Roma.
  2. Paola Bassetto, Medico di Medicina Generale, Venezia.
  3. Bruno Breda, Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia generale e Toracica, Chirurgia Oncologica C.R.O. di Aviano.
  4. Giorgio Bignami, già dirigente di ricerca in psicofarmacologia presso l'Istituto superiore di sanità, Roma. Ex Presidente dell'Associazione Forum Droghe.
  5. Nicola Cacciani, Senior Researcher, Department of Physiology and Pharmacology, Karolinska Institutet, Stoccolma, Svezia.
  6. Francesco Crestani, Servizio di Terapia del Dolore e Cure Palliative, U.O. Anestesia e Rianimazione, ULS 18 Rovigo-Trecenta. Presidente Associazione Cannabis Terapeutica.
  7. Paolo Crocchiolo, medico, già funzionario direttivo dell’ONU a Ginevra, docente di Biologia evoluzionistica presso l’American University of Rome.
  8. Sandro Dal Fior, Medico Chirurgo, specialista in Radioterapia, Belluno.
  9. Mario Dauri, Professore Associato, Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina Translazionale, Cattedra di Anestesia e Rianimazione, Università di Roma Tor Vergata.
  10. Luigi De Lazzer, Medico Chirurgo Servizio di Anestesia e Rianimazione SUEM 118 Elisoccorso Bellunese Ospedale Pieve di Cadore.
  11. Sandro Fabbro, Medico Chirurgo, Odontoiatra, Moruzzo, Udine.
  12. Francesco De Marchi, Direttore UOC di Chirurgia Generale Ospedale San Bortolo Vicenza.
  13. Margherita De Marchi, Medico di Medicina Generale, Belluno.
  14. Enrico Facco, Specialista in Anestesiologia e Rianimazione, Specialista in Neurologia,  Studioso Senior – Studium Patavinum, Università di Padova.
  15. Simone Fagherazzi, Medico Chirurgo.
  16. Stefano Ferretti, Medico Chirurgo, Specialista in anestesia e rianimazione, U.V.T.A (Unità Valutazione Technology Assessment), Azienda Ospedaliera di Padova.
  17. Gianpaolo Grassi, Primo ricercatore del Consiglio per le Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, Centro di Ricerca per le Colture Industriali, CRA-CIN, Rovigo.
  18. Franjo Grotenhermen, M.D. Executive Director, International Association for Cannabinoid Medicines (IACM), Am Mildenweg 6 D-59602 Ruethen, Germany.
  19. Marco Leonti, Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Cagliari.
    13) Giovanni Marsicano VD, PhD, NeuroCentre Magendie, U862 INSERM Université Bordeaux, Group "Endocannabinoids and Neuroadaptation", 146, rue Léo Saignat, Bordeaux.

  20. Diego Mares, Medico di Medicina Generale, Belluno
  21. Giorgio Mariot, Direttore UOSD Terapia Antalgica ULSS 5 Regione Veneto.
  22. Davide Mazzon direttore UO Anestesia e rianimazione Belluno e Dipartimento chirurgico Ulss 1;  vicepresidente Comitato regionale per la bioetica Regione Veneto.
  23. Marco Perduca, giunta Associazione Luca Coscioni per la liberta' di ricerca scientifica.
  24. Daniele Rodriguez, professore ordinario di medicina legale nell'Università degli Studi di Padova.
  25. Luigi Romano, Cannabis Biologist, Associate Member of the International Association for Cannabinoids Medicine.
  26. Roberto Saia, Medico Chirurgo, Libero Professionista, Specialista in Chirurgia Generale, Chirurgia Plastica, Odontostomatologia. Membro del Comitato Ospedale Senza Dolore (C.O.S.D.) dell'Azienda Ospedale-Università, Padova.
  27. Nunzio Santalucia, medico specialista in tossicologia, Servizio Tossicodipendenze, Pisa; socio fondatore di Forum Droghe, del Centro Culturale Canapa e dell’Associazione Canapa Terapeutica.
  28. Giovanni Tonel Medico di medicina generale, Belluno
  29. Leonardo Trentin, Direttore UO Terapia del Dolore e Cure Palliative, Istituto Oncologico Veneto, IRCCS, Via Gattamelata, 64, 35128 Padova.
  30. Gastone Zanette, Ricercatore in Anestesiologia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Padova.
  31. Luciana Zollino, Medico di Medicina Generale, Belluno
  32. Salvatore Grasso, Specialista in Malattie Cardiovascolari, ex-presidente Associazione Cannabis di Palermo.
  33. Giovanni Maria Pittoni, Direttore Sanitario ULSS 2 Regione Veneto; Direttore dell’UOC di Anestesia e Rianimazione del complesso ospedaliero Azienda- Università di Padova.

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